All'interno dell’opera compare il termine “macchina”; si
riporta un frammento, che presenta il tema, a cui segue una mia riflessione
personale.
La scienza della natura non è che scienza di rapporti. Tutti
i progressi del nostro spirito consistono nello scoprire i rapporti. Ora, oltre
che l'immaginazione è la più feconda e maravigliosa ritrovatrice de' rapporti e
delle armonie le più nascoste, come ho detto altrove; è manifesto che colui che
ignora una parte, o piuttosto una qualità una faccia della natura, legata con
qualsivoglia cosa che possa formar soggetto di ragionamento, ignora un'infinita
di rapporti, e quindi non può non ragionar male, non veder falso, non
iscuoprire imperfettamente, non lasciar di vedere le cose le pia importanti, le
pia necessarie, ed anche le più evidenti. Scomponete una macchina
complicatissima, toglietele una gran parte delle sue ruote, e ponetele da parte
senza pensarvi pia; quindi ricomponete la macchina, e mettetevi a
ragionare sopra le sue proprietà, i suoi mezzi, i suoi effetti: tutti i vostri
ragionamenti saranno falsi, la macchina non è più quella, gli effetti
non sono quelli che dovrebbero, i mezzi sono cambiati, indeboliti, o fatti
inutili; voi andate arzigogolando sopra questo composto, vi sforzate di
spiegare gli effetti della macchina dimezzata, come s'ella fosse intera;
speculate minutamente tutte le ruote che ancora lo compongono, ed attribuite a
questa o quella un effetto che la macchina non produce più, e che le
avevate veduto produrre in viral delle ruote che le avete tolte etc. etc. Così
accade nel sistema della natura, quando è stato tolto e staccato di netto il
meccanismo del bello, ch'era congegnato e immedesimato con tutte le altre
parti del sistema, e con ciascuna di esse.
Leopardi, in questo spezzone, paragona la scientificità
della natura (privata del “bello”) ad una macchina complessa. Se si studiano le
proprietà di una macchina, disassemblata e non presa nella sua interezza, si ottengono
delle proprietà falsate poiché la macchina non è più quella; allo stesso
modo, poiché la scienza della natura è una scienza di rapporti, se la si studia
privandola del “bello” (che per l’autore consiste nel vado e indefinito)
si finirà per ottenere degli effetti fasulli.
Sitografia: #1
Nessun commento:
Posta un commento