lunedì 25 maggio 2020

Industria e automatizzazione - Utopia (#19)

Il 2017 viene identificato con la parola "Industria 4.0" poiché coincide con l'introduzione dell'intelligenza artificiale nei processi produttivi. L'evento rappresenta un cambiamento epocale paragonabile ad una rivoluzione industriale che colpisce la società nei vari aspetti. Tuttavia, la grande innovazione di cui si parla esiste da quando esiste il capitalismo, dove la produzione si è dotata di macchine per compiere compiti che prima venivano svolti dall'essere umano. Prima si parlava di macchine a vapore, oggi si tratta di robot e di intelligenza artificiale. Quindi nessuna novità, semplicemente l'aggiunta di una nuova tappa tecnologica che vede l'utilizzo di software di autoapprendimento che svolgono i lavori "intellettuali".
Grazie allo sviluppo tecnologico ciò che si credeva un'utopia sta prendendo piede in differenti paesi del globo: in Giappone una compagnia assicurativa ha rimpiazzato 30 impiegati con un'intelligenza artificiale; nel Regno unito stanno già testando un software che leggendo analisi del sangue e rilevando i battiti cardiaci è in grado di diagnosticare problemi e salvare il paziente nell’80% dei casi (le stime basate su questo studio sostengono che un medico riesca nel 60% dei casi).
Se da una parte l'utopia che vede protagonista le macchine nell'ambito del lavoro e della produzione ha molti riscontri positivi, dall'altra si concretizza la reale possibilità di eliminare il salario del lavoratore e il lavoratore stesso: l'automazione è una risorsa che sì, libera tempo, ma genera la cosiddetta disoccupazione tecnologica.

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