domenica 31 maggio 2020

Sintesi finale (#24)

Il percorso di ricerca sugli usi e connotazioni del termine “Macchina” è stato tanto ampio quanto interessante.

Il tutto ha avuto inizio dallo studio della definizione di “macchina” in tutte le sue connotazioni (#1) e dall'etimologia del termine, di origine greca (#2). Sono stati studiati anche i vari termini legati (#17) o la disciplina dell’ingegneria che ha essa come soggetto (#13).

Il termine spazia contemporaneamente in campi differenti.

Per quanto riguarda l’aspetto storico, il termine è apparso più volte e in epoche storiche differenti: per citarne alcune, nel 1200 a.C. con il mito del Cavallo di Troia (#4), nel Medioevo come macchine di tortura (#12), e in epoca moderna come strumento decriptare i messaggi segreti tedeschi (#16 e #10). È anche un termine di grande rilevanza moderna, poiché a partire dai primi anni del XIX secolo le macchine da scrivere sono diventate d’uso comune, evolvendosi poi in tastiere; vi è un noto spot della Olivetti che testimonia la diffusione di tale strumento (#5)

Inoltre, compare più volte anche in ambito filosofico, come possiamo osservare dai dialoghi di Platone (#8), dal concetto di uomo-macchina di Carl Marx (#18), dall’opera (anche di valenza economica) “The Limits to Growth” (#15), e ancora da libri del medesimo genere, come “Etica delle macchine” (#21). Similmente, in sociologia, è stato trattato il problema dell’automatizzazione di certi lavori (#19).

Anche in letteratura il termine ha una grande valenza; è stato infatti citato nello Zibaldone di Leopardi (#20) nel 1800; da Pirandello, che affermava che la meccanizzazione ha reso schiavo l’uomo (#6); e nella poesia di Carducci, che descrive il doppio carattere della macchina come progresso e false certezze (#7).

Per quanto riguarda l’aspetto artistico, tramite grafica digitale ho rappresentato il mio concetto di macchina e il suo stretto legame con l’intelletto dell’uomo (#3); ho inoltre ho riportato un noto dipinto in stile costruttivista e orfico (#9). Differente dall’arte, ma pur sempre riguardante la creatività, è stato scrivere una serie TV in 3 puntate riguardante il termine sono una connotazione sia positiva che negativa (#22).

Le macchine, infine, sono anche state oggetto di cronaca recente, come l’utilizzo dei ventilatori polmonari (#11) durante questo difficile momento segnato dalla pandemia, o ancora dai diffusi furti di macchinari ospedalieri (#14).


venerdì 29 maggio 2020

Surreal - Serie TV (#22)

PUNTATA I: Sogni d’oro

Paul è un normale programmatore dell’indaffarata e angusta città di New York. Se di giorno svolge un normale lavoro, di notte è uno dei più famosi hacker della nazione. Una notte viene a conoscenza di una teoria secondo la quale tutto ciò che vive non è reale e, colpito da ciò, decide di affinare le proprie ricerche.

Il giorno successivo un losco individuo lo conduce nei latifondi della città. Il losco individuo gli porge una mela rossa chiedendogli se fosse disposto ad abbandonare tutto ciò che conosce per raggiungere la realtà.

Titubante, Paul decide di mordere la mela e sviene improvvisamente.

 

PUNTATA II: Risveglio

Si risveglia in un altro mondo; è completamente nudo e immobilizzato in una capsula collegata a dei cavi; ben presto questa si stacca e Paul riesce a liberarsi. Si guarda attorno e non riesce a credere ai suoi occhi: tutto ciò che vede sono centinaia di migliaia di capsule come la sua, ognuna contenente un individuo non cosciente. In preda al panico, tenta la fuga e viene raggiunto e salvato dallo stesso individuo che gli aveva porto la mela, che dice di chiamarsi John.

Portato in un luogo sicuro, John gli fa luce sugli ultimi avvenimenti: dalla fuga dalla simulazione, all’arrivo del mondo reale. Incredulo, Paul finalmente comprende che tutto ciò che ha vissuto non è reale; era tutto una simulazione costruita da delle macchine senzienti che sfruttano l’essere umano come batteria per sopravvivere.

Paul viene poi introdotto da John al resto dei “sopravvissuti”; scopre infatti vi è un’intera colonia di rifugiati, persone fuggite dalla simulazione e libere nel mondo reale. Qui egli viene a conoscenza di una profezia, che lo ritrae come prescelto, ovvero colui che libererà l’uomo dalla tirannia e sottomissione delle macchine.

Trascorrerà quindi diversi anni a progettare, insieme ai membri della colonia, un complesso piano per distruggere il nucleo centrale su cui si basano tutte le macchine che tengono imprigionate il genere umano.

 

Puntata III: Ascesa

Il giorno del giudizio è finalmente arrivato; la colonia di sopravvissuti, guidata dal loro prescelto Paul, organizza una spedizione diretta al nucleo delle macchine. La battaglia è lunga e gran parte degli uomini, incluso John, perdono la vita combattendo con le macchine; tuttavia, ormai stremati, riescono a distruggere la mente centrale.

Le capsule contenenti l’intero genere umano vengono aperte e l’umanità riesce, dopo millenni, a riacquisire il controllo sulla realtà.

 

Nota: la storia raccontata è una metafora, in chiave fantascientifica, del rapporto tra uomo e macchina; la macchina è sia un mezzo positivo, per controllare la realtà, sia negativo, quando ad essere controllati siamo noi.


giovedì 28 maggio 2020

Guglielmo Tamburini - Etica delle Macchine (#21)

Una figura molto rilevante come Guglielmo Tamburini, professore di filosofia della scienza al dipartimento di ingegneria elettrica e tecnologie dell'informazione dell'università Federico II di Napoli si è interessato al concetto di etica legato all'utilizzo delle macchine nella società odierna. Il libro nel quale tratta dei dilemmi morali nati assieme allo sviluppo delle tecnologie moderne s'intitola Etica delle macchine – dilemmi morali.

Tamburini apre le sue riflessioni introducendo il concetto dell'etica delle conseguenze, ossia valutare le conseguenze che hanno portato a quella scelta. Irrilevanti, per l'autore, si rivelano scelte che rispettino o violino un dovere incondizionato, le intenzioni virtuose o meschine che ci spingono ad agire.

L'autore quindi pone una riflessione sulle conseguenze di azione date da robot chirurgici ad autonomia crescente, armi autonome e veicoli di guida autonoma: emerge la questione etica del controllo delle macchine autonome. La macchina non agirà secondo motivazioni morali sentite come proprie, non ne sarà responsabile: i veicoli a guida autonoma ridurrebbero il numero di vittime di incidenti stradali, ma sono già stati coinvolti in incidenti stradali; le armi autonome possono attaccare gli obiettivi senza l'approvazione umana, ma potrebbero colpire persone estranee al conflitto.

A questo punto risulta tanto notevole da essere citata, la riflessione di Guglielmo Tamburini a propositivo delle macchine dotate di capacità di morale dialogica e di come queste potrebbero essere d'impiego come sistemi di supporto nell'analisi di problemi complessi come il riscaldamento globale.

Sitografia: #1

lunedì 25 maggio 2020

Scienza e macchina - Zibaldone di Leopardi (#20)

Lo Zibaldone è un’opera di Giacomo Leopardi, scritta tra il 1817 e il 1832. Si classifica come un diario personale contenente riflessioni, annotazioni e aforismi strettamente personali.
All'interno dell’opera compare il termine “macchina”; si riporta un frammento, che presenta il tema, a cui segue una mia riflessione personale.

La scienza della natura non è che scienza di rapporti. Tutti i progressi del nostro spirito consistono nello scoprire i rapporti. Ora, oltre che l'immaginazione è la più feconda e maravigliosa ritrovatrice de' rapporti e delle armonie le più nascoste, come ho detto altrove; è manifesto che colui che ignora una parte, o piuttosto una qualità una faccia della natura, legata con qualsivoglia cosa che possa formar soggetto di ragionamento, ignora un'infinita di rapporti, e quindi non può non ragionar male, non veder falso, non iscuoprire imperfettamente, non lasciar di vedere le cose le pia importanti, le pia necessarie, ed anche le più evidenti. Scomponete una macchina complicatissima, toglietele una gran parte delle sue ruote, e ponetele da parte senza pensarvi pia; quindi ricomponete la macchina, e mettetevi a ragionare sopra le sue proprietà, i suoi mezzi, i suoi effetti: tutti i vostri ragionamenti saranno falsi, la macchina non è più quella, gli effetti non sono quelli che dovrebbero, i mezzi sono cambiati, indeboliti, o fatti inutili; voi andate arzigogolando sopra questo composto, vi sforzate di spiegare gli effetti della macchina dimezzata, come s'ella fosse intera; speculate minutamente tutte le ruote che ancora lo compongono, ed attribuite a questa o quella un effetto che la macchina non produce più, e che le avevate veduto produrre in viral delle ruote che le avete tolte etc. etc. Così accade nel sistema della natura, quando è stato tolto e staccato di netto il meccanismo del bello, ch'era congegnato e immedesimato con tutte le altre parti del sistema, e con ciascuna di esse.

Leopardi, in questo spezzone, paragona la scientificità della natura (privata del “bello”) ad una macchina complessa. Se si studiano le proprietà di una macchina, disassemblata e non presa nella sua interezza, si ottengono delle proprietà falsate poiché la macchina non è più quella; allo stesso modo, poiché la scienza della natura è una scienza di rapporti, se la si studia privandola del “bello” (che per l’autore consiste nel vado e indefinito) si finirà per ottenere degli effetti fasulli.

Sitografia: #1

Industria e automatizzazione - Utopia (#19)

Il 2017 viene identificato con la parola "Industria 4.0" poiché coincide con l'introduzione dell'intelligenza artificiale nei processi produttivi. L'evento rappresenta un cambiamento epocale paragonabile ad una rivoluzione industriale che colpisce la società nei vari aspetti. Tuttavia, la grande innovazione di cui si parla esiste da quando esiste il capitalismo, dove la produzione si è dotata di macchine per compiere compiti che prima venivano svolti dall'essere umano. Prima si parlava di macchine a vapore, oggi si tratta di robot e di intelligenza artificiale. Quindi nessuna novità, semplicemente l'aggiunta di una nuova tappa tecnologica che vede l'utilizzo di software di autoapprendimento che svolgono i lavori "intellettuali".
Grazie allo sviluppo tecnologico ciò che si credeva un'utopia sta prendendo piede in differenti paesi del globo: in Giappone una compagnia assicurativa ha rimpiazzato 30 impiegati con un'intelligenza artificiale; nel Regno unito stanno già testando un software che leggendo analisi del sangue e rilevando i battiti cardiaci è in grado di diagnosticare problemi e salvare il paziente nell’80% dei casi (le stime basate su questo studio sostengono che un medico riesca nel 60% dei casi).
Se da una parte l'utopia che vede protagonista le macchine nell'ambito del lavoro e della produzione ha molti riscontri positivi, dall'altra si concretizza la reale possibilità di eliminare il salario del lavoratore e il lavoratore stesso: l'automazione è una risorsa che sì, libera tempo, ma genera la cosiddetta disoccupazione tecnologica.

domenica 24 maggio 2020

Carl Marx - rapporto uomo-macchina (#18)

Karl Heinrich Marx è stato un filosofo, economista, storico, sociologo, politologo, giornalista e politico tedesco.
La necessità di analizzare il modo di produzione capitalistico scaturisce, nel 1867, ne Il Capitale.
Nel 13º capitolo del Capitale Marx introduce l'inserimento delle macchine nel mondo dell'industria e degli effetti che quest'ultime hanno avuto sulla produzione e sul mercato del lavoro.
Il mezzo di lavoro nel processo produttivo del capitale percorre diverse metamorfosi che vedono come ultimo step l'inserimento di un sistema automatico di macchine messe in moto da una forza motrice. Nella macchina il mezzo di lavoro è trasformato in una realtà adeguata al capitale fisso.
La macchina non ha il ruolo di mediare l'attività dell'operaio riguardo all'oggetto stesso, ma è l'attività dell'operaio a mediare tra la macchina e il prodotto. È l'attività dell'operaio ad essere limitata e regolata dal moto del macchinario.
Lo scopo dell'inserimento della macchina quindi, è quello di aumentare l'intensità del lavoro e della produzione per poter soddisfare le domande del mercato. Più la macchina vale più il costo del prodotto è alto, tuttavia essa costa molto meno di un operaio.

Segue un interessante video del professore di filosofia Matteo Saudino.

Sitografia: #1 #2

sabato 16 maggio 2020

Abecedario inerente al termine "macchina" (#17)

Automobile
Benessere
Carburante
Dinamica
Energia
Forza
Genio
Handicap
Ingegno
Lavoro
Meccanica
Nucleare
Obsoleto
Potenza
Quantistica
Rapidità
Sviluppo
Turing
Utile
Vantaggio
Zoom

mercoledì 13 maggio 2020

"Bomba kryptologiczna" - Alan Turing come protagonista (#16)

Uno dei testimonial per eccellenza legato al concetto di Macchina è Alan Turing, che mise le sue capacità matematiche a disposizione del Department of Communication del Regno Unito per decifrare i codici usati nelle comunicazioni tedesche, criptate tramite il cosiddetto sistema Enigma da Arthur Scherbius.
Alan Mathison Turing (Londra, 23 giugno 1912 – Manchester, 7 giugno 1954) è stato un matematico, logico, crittografo e filosofo britannico, considerato uno dei padri dell'informatica e uno dei più grandi matematici del XX secolo. Il suo lavoro ebbe vasta influenza sulla nascita della disciplina dell'informatica, grazie alla sua formalizzazione dei concetti di algoritmo e calcolo mediante l'omonima macchina, che a sua volta costituì un significativo passo avanti nell'evoluzione verso il moderno computer. (LINK)
Con l'entrata in guerra del Regno Unito, Turing fu arruolato nel gruppo di crittografi stabilitosi a Bletchley Park e con i suoi compagni lavorò per tutta la guerra alla decrittazione, sviluppando ricerche già svolte dall'Ufficio Cifra polacco con la macchina “Bomba” (originariamente in polacco bomba kryptologiczna), progettata in Polonia da Marian Rejewski nel 1932 e ultimata nel 1938. Basandosi su tali esperienze, Turing realizzò una nuova versione, molto più efficace, della bomba di Rejewski. Nel 1942 il matematico di Bletchley Park, Max Newman, progettò una macchina chiamata Colossus (lontana antesignana dei computer) che decifrava in modo veloce ed efficiente i codici tedeschi. (modificato da LINK)
Per questo contributo è solitamente considerato il padre della scienza informatica e dell'intelligenza artificiale e anche uno dei più brillanti crittoanalisti.
Nel 1952 Alan Turing fu arrestato per omosessualità e portato in tribunale, dove a sua difesa disse semplicemente che «non scorgeva niente di male nelle sue azioni». Condannato, fu costretto alla castrazione chimica.
L'8 giugno 1954 venne trovato morto nel suo letto. Il medico legale stabilì che la morte era avvenuta il giorno prima. Un esame post mortem stabilì la causa del decesso nell'avvelenamento da cianuro di potassio. Tutt’oggi le reali cause di morte sono ignote; vi sono numerose ipotesi, tra le quali vi è quella del suicidio avvenuta per mezzo della mela.
A 55 anni dal suicidio di Alan Turing, spiegabile con le torture a lui riservate, il 10 settembre 2009 vi fu una dichiarazione di scuse ufficiali da parte del governo del Regno Unito, formulata dal primo ministro Gordon Brown. Brown riconobbe che Turing fu oggetto di un trattamento omofobico e a dicembre 2013 ottenne dalla regina Elisabetta II la grazia postuma.
Il suo volto comparirà nella banconota da £50, come annunciato dalla Banca Centrale d’Inghilterra.
Un film sulla sua storia è stato girato nel 2014, già discusso nello STEP #14

Sitografia: #1 #2 #3 #4 #5

martedì 12 maggio 2020

Macchina in "Rapporto sui limiti dello sviluppo" (#15)


Il Rapporto sui limiti dello sviluppo (titolo originale The Limits to Growth), commissionato al MIT dal Club di Roma, fu pubblicato nel 1972 da Donella H. Meadows, Dennis L. Meadows, Jørgen Randers e William W. Behrens III. Il rapporto conteneva una predizione della tendenza mondiale futura per popolazione, cibo, produzione, inquinamento e risorse naturali, concludendo che la crescita infinita in un pianeta dalle risorse finite non è possibile, prevedendo inoltre il collasso della società entro il XXI secolo.

Il modello matematico usato per il calcolo, denominato World3, presenta 3 punti leva (riportati da Futurimagazine):

  • La crescita economica è correlata all’attività industriale con una curva crescente e l’attività industriale al consumo di materie prime. In pratica, per fare più soldi si deve scavare di più.
  • La crescita economica è correlata alla fertilità tramite una curva bizzarra che dice essenzialmente questo: i poveri tendono a fare molti figli (faccio molti figli perché pochi sopravvivranno), l’aumento della ricchezza porta il tasso di fertilità a stabilizzarsi attorno ai due figli per coppia (faccio i figli che mi posso permettere) salvo crescere ancora all’aumentare della ricchezza oltre un certo limite (faccio più figli perché sono ricco e mi posso permettere di averne tanti).
  • La produzione industriale è direttamente correlata all’inquinamento e al tasso di mortalità. Altrimenti detto, producendo oltremisura si finisce a morire di inquinamento.

Ovviamente, trattando temi come crescita economica e produzione industriale, il termine chiave “macchina” non può che esser presente. Dopo aver ricercato la versione integrale del libro in lingua originale, ho trovato un interessante paragrafo a pagina 95-96.

Ogni anno la popolazione è incrementata dal numero totale di nascite e diminuita dal numero totale delle morti avvenute durante lo stesso anno. […] Finché le nascite superano le morti, la popolazione cresce; allo stesso modo, una certa quantità di capitale industriale, che opera con efficienza costante, sarà in grado di produrre una quantità di output ogni anno. Parte di essa scaturirà in più fattorie, più macchinari etc, i quali sono in vestimenti per incrementale le scorte di merci.

I macchinari sono quindi un investimento, a breve o lungo termine, in grado di aumentare la produzione di merce; tuttavia, se le merci scartate superano quelle prodotte, si va in crisi di sovrapproduzione che causa un arresto, o una diminuzione, della crescita del capitale.

 


Leggi il libro in versione integrale, in lingua originale: LINK_1 e LINK_2

Nota: Dal 6 giugno 2013 il libro in lingua inglese è disponibile sotto licenza Creative Commons Attribuzione Noncommerciale.

Sitografia: #1 #2

 


mercoledì 6 maggio 2020

Furto di maccchinari ospedalieri - cronaca (#14)

Milano,7 novembre 2019
Scoperto un furto da oltre 10 mila euro presso l’ospedale San Carlo; 10 macchine per la dialisi, consegnate la notte prima, sono state rubate. Sono macchine piuttosto ingombranti, motivo per il quale i ladri sono entrati nel perimetro dell’ospedale con un furgone per trasportare il tutto; è facile ipotizzare si tratti di un furto su commissione ai danni dello Stato.
Ulteriori informazioni presso l’articolo de ilgiorno. 

Ingegneria Meccanica - Macchina nelle discipline ingegneristiche (#13)

Non è poi troppo difficile pensare come compaia il termine “macchina” nell’ambito ingegneristico; alcuni di voi lettori sono probabilmente studenti del medesimo corso, e altri sono semplicemente curiosi di saperne qualcosa di più. Cos’è l’Ingegneria Meccanica?
Partiamo dalla definizione riportata da Wikipedia: L'ingegneria meccanica è un ramo dell'ingegneria che applica principi di fisica, di scienza dei materiali e di altre discipline inerenti alla progettazione di componenti e sistemi meccanici. Si tratta di una delle discipline ingegneristiche più antiche e più ampie. Lo studio dell'ingegneria meccanica si è affermato in Europa a partire dalla Rivoluzione industriale del XVIII secolo, sebbene alcuni suoi aspetti fossero già noti dai tempi dell'Antica Grecia.
Non è difficile quindi comprendere che l’Ingegneria Meccanica è un campo talmente ampio quanto fondamentale per la società moderna; senza di essa, per esempio, non vi sarebbe alcun mezzo di trasporto e le distanze sarebbero irraggiungibili.
Segue un link per chi fosse interessato ulteriormente al campo dell'Ing. Meccanica presso il Politecnico di Torino (vedere bibliografia #2)

Sitografia: #1 #2

mercoledì 29 aprile 2020

Macchine di tortura - nel Medioevo (#12)

Finora abbiamo spesso trattato il concetto di “macchina” sotto una connotazione positiva: macchina come progresso, macchina come tecnologia, macchina come mezzo per ridurre i costi e accorciare le distanze.
Tuttavia, credo sia corretto mostrare anche i suoi utilizzi in senso negativo, soprattutto durante il periodo definito “dei secoli bui”: il Medioevo.

Il Medioevo è uno dei quattro periodi (antico, medievale, moderno e contemporaneo) in cui viene convenzionalmente suddivisa la storia dell'Europa; comprende il periodo dal V secolo al XV secolo.

Tale periodo è tristemente noto per un forte sviluppo degli strumenti e macchine di tortura

Tra i più famosi vi sono la frusta, i tratti di corda, il contatto con i tizzoni ardenti, la goccia cinese (gocce d'acqua che cadono ripetutamente sulla fronte della vittima e l'allungamento (eseguito grazie ad apposite macchine).

Le macchine di tortura inoltre si potevano distinguere in fisiche o psicologiche; spesso, infatti, il fine non si limitava a far soffrire il povero capitato, ma a farlo impazzire rendendo la sua parola poco credibile, a fronte per esempio di fare da testimone per un delitto.


Sitografia: #1 #2


venerdì 24 aprile 2020

Ventilatori polmonari - Durante la pandemia (#11)


Un ventilatore polmonare è una macchina per la ventilazione meccanica che serve ad aiutare i pazienti con insufficienza respiratoria, uno dei sintomi più gravi della COVID-19. 


venerdì 17 aprile 2020

The Imitation Game - intelletto e macchina (#10)

The Imitation Game è un film del 2014 diretto da Morten Tyldum, con protagonista Benedict Cumberbatch nei panni del matematico e crittoanalista Alan Turing.

A seguire uno spezzone della trama per comprendere al meglio il filmato:
“Nel pieno della Seconda guerra mondiale, il brillante matematico Alan Turing decide di mettere le proprie capacità al servizio del governo della Gran Bretagna. L'obiettivo è far terminare il conflitto quanto prima, collaborando alla segretissima operazione di decrittazione dei messaggi segreti nazisti, codificati con la macchina denominata Enigma.
 Durante una serata in un bar, a Turing viene il lampo di genio: bisogna restringere il campo di parole di cui cercare il significato a partire dalle più ripetitive, ad esempio quelle che compaiono nei bollettini meteorologici dei nazisti (ne viene inviato uno ogni mattina alle 6:00, come primo messaggio del giorno, e tutti iniziano e finiscono sempre con le stesse parole). Il gruppo di Turing riesce, grazie a questa intuizione, a decifrare un messaggio che parla di un imminente attacco al convoglio alimentare Carlisle. Si decide però di non intervenire in modo massiccio, ma di ottimizzare gli interventi, per minimizzare i danni e fare in modo che i tedeschi non comprendano che è stato trovato il modo di decifrare i loro messaggi. Il piano, con elevati costi umani e ponendo all'équipe di matematici un dilemma morale quasi insostenibile, ha infine successo. Finita la guerra, si festeggia con gran giubilo dei protagonisti e dell'intera nazione.”

In questo caso la “macchina” è un mezzo per estendere le proprie capacità; strumento che ha salvato la vita a migliaia di soldati.



Sitografia: #1

venerdì 10 aprile 2020

Fanny Machine - The machinery (#9)

Fanny Machine - The machinery

Frantisek Kupka

  • Titolo originale: Machine comique - Le machinisme
  • Data: 1928
  • Stile: Costruttivismo, Orfismo.
  • Genere: Astratto
  • Tecnica: Olio su tela
  • Dimensioni: 74 x 84 cm

Sitografia: #1

giovedì 9 aprile 2020

Mekhane nel Cratilo - Dialogo di Platone (#8)

Il Cratilo (Κρατύλος) è un dialogo di Platone, in cui viene trattato il problema della "correttezza dei nomi". Esso può esser suddiviso in vari episodi; si riporta uno spezzone riguardante la contestazione di Socrate, sostenitore della teoria naturalistica del linguaggio, nei confronti di Ermogene, che invece sostiene la teoria sofistica.
Nel dettaglio, Socrate spiega ad Ermogene che i nomi analizzati sono nomi composti; questa loro caratteristica li rende suscettibili di un'ulteriore indagine: quella degli elementi che lo compongono.

A tal proposito pone sotto la propria attenzione il termine mekhane, usando poi il sinonimo di "andare avanti" ma mantenendo sempre il concetto di virtù, per non ricadere nell'andare male.

<<SOCRATE: Ma se si ammetterà di aggiungere o toglier tutto quello che si vuole dai nomi, grande sarà la facilità a chiunque riuscirà a adattare ogni nome ad ogni cosa. 
ERMOGENE: Dici il vero. 
SOCRATE: è vero sì. Ma io penso che tu, da saggio sovrintendente, debba osservare il senso della misura e della verisimiglianza. 
ERMOGENE: Io lo vorrei.
SOCRATE: E con te, Ermogene, lo voglio anch'io: ma sta attento, caro amico, a non fare troppe sottigliezze, che tu non abbia a snervare il mio coraggio, perché raggiungerò la cima di quel che ho detto quando, dopo tekhne avremo ben considerato mekhane ('mezzo', 'macchina'). Mekhane infatti mi sembra essere il significato di anein epi poly ('andare avanti parecchio'). E infatti il mekos ('lunghezza' ) significa un press'a poco il molto. Da queste due parole dunque, il mekos e l'anein è stato posto il nome di mekhane. Ma, come dicevo poco fa; bisogna giungere in cima delle cose enunciate; occorre ricercare cosa significano i nomi arete ('virtù') e kakia ('malvagità', 'vizio'). Di questi due l'uno non riesco ancora a sbroccarlo, l'altro invece mi appare chiaro: si accorda infatti con tutte le cose dette prima. E siccome le cose sono sempre in movimento (73) il kakos ion ('l'andante male') è la malvagità, il vizio. E quando questo 'andare male' verso le cose si trovi nell'anima, allora soprattutto assume la denominazione dell'intero, cioè di malvagità, vizio.  >>

Sitografia: #1 #2


martedì 7 aprile 2020

"Il bello e orribile Mostro": rapporto in ambito poetico con G. Carducci (#7)

 Dopo averne studiato l'etimologia, focalizziamo ora la nostra attenzione sull'uso del termine "macchina" nella letteratura italiana.

Con l'avvento della seconda rivoluzione industriale nel XIX secolo, una nuova protagonista entra a far parte della vita dell'uomo: la macchina.
Tale evento non può non avere ripercussioni anche in ambito letterario, dove, la macchina viene vista come il nuovo simbolo di una società che si sta evolvendo e si accosta ai nuovi modelli tecnologici.
A primo impatto, la macchina viene accolta con entusiasmo, è l'emblema di quella fiducia nel progresso, di questo mondo che sta mutando il proprio volto. Lo testimoniano i versi del giovane Giosuè Carducci, che nell’inno A Satana tesse un entusiastico elogio della locomotiva come simbolo della ragione e della modernità contro l’oscurantismo della Chiesa cattolica.

Un bello e orribile
Mostro si sferra,
Corre gli oceani,
Corre la terra:


Corusco e fumido
Come i vulcani,
I monti supera,
Divora i piani; 



La figura di Satana viene spogliata della sua accezione negativa e rappresentata nelle forme positive e nella bellezza della natura. Nelle ultime strofe poi, il poeta identifica il «bello e orribile mostro», ovvero la locomotiva, con Satana stesso che assume ora i caratteri più profondi del progresso della scienza e della ragione.
Fin qui, questo avanzamento sembrerebbe rappresentare un processo assolutamente positivo, ma i sacrifici e le conseguenze di tale fenomeno evidenziano molti aspetti negativi. Ciò comporta un mutamento anche nella figura del letterato e della sua posizione in merito a questo profondo mutamento, spesso sfociata in una sorta di ambivalenza della personalità dell'intellettuale. Sempre il poeta Carducci è testimone di questo dualismo che, dopo una prima fase entusiastica del pensiero positivista, se ne distacca. L’autore sottolinea la tristezza e la meschinità della vita moderna, simboleggiata dalla stazione ferroviaria. Se nella prima opera citata la locomotiva incarnava appieno quello spirito divino del progresso, dove la scienza era messa al servizio delle tecnologie e della vita dell’uomo, ora assume connotazioni totalmente negative.
Ora il progresso non è altro che una nebbia fitta che avvolge tutte le false certezze e nella quale il poeta si vorrebbe confondere. Esso non fa altro che rendere gli uomini simili a fantasmi

Sitografia: #1 #2

venerdì 3 aprile 2020

Quaderni di Serafino Gubbio operatore - Letteratura narrativa (#6)


"Quaderni di Serafino Gubbio operatore” è un romanzo di Luigi Pirandello, pubblicato in primis nel 1916 col titolo “Si gira...” successivamente modificato con il nuovo titolo nel 1925. 
Segue la trama presa integralmente da Wikipedia:

 <<si narra la vicenda di Serafino, un cineoperatore della casa cinematografica Kosmograph con il nomignolo di "Si gira", che quotidianamente annota in un diario tutti gli avvenimenti che riguardano quelli che lavorano nel suo ambiente e soprattutto la storia di un'attrice russa, grande seduttrice di uomini, Varia Nestoroff. Ella viene paragonata ad una tigre. È una donna che fa del male agli uomini ma non ne prova piacere. Inizialmente viene ospitato in un ospizio di mendicità a Roma che il suo amico Simone Pau chiama albergo. In questo ospizio conosce un violinista che si è ridotto ad accompagnare un pianoforte automatico e che infine non suona neanche più ma beve solo. Serafino si sente totalmente alienato dal suo lavoro tant'è che poi afferma: "Finii d'esser Gubbio e diventai una mano". Nella scena finale del romanzo Serafino riprende meccanicamente con la sua cinepresa una scena terribile: Aldo Nuti sta girando una scena in cui deve uccidere una tigre; tuttavia, invece di rivolgere l'arma verso l'animale, egli uccide la Nestoroff. Rimane però ucciso a sua volta, sbranato dalla stessa tigre. Serafino, che sta filmando la scena, diviene muto per lo shock e rinuncia ad ogni forma di sentimento e di comunicazione.>>
Il romanzo si colloca, cronologicamente parlando, durante il Futurismo italiano; tuttavia, a differenza degli esponenti della corrente artistica e letteraria, Pirandello si distacca dalla consuetudine, per “disincantare” la concezione della macchina, colpevole di “mercificare la natura”.>>

Secondo l’autore, la meccanizzazione ha reso schiavo l’uomo e avviato un processo che porterà alla distruzione del genere umano (e non solo). Similmente ad altre opere pirandelliane, l’individuo perde la sua identità e di conseguenza la capacità di essere “attivo” nel presente, perdendo la possibilità d’agire.
La meccanizzazione ha tolto la possibilità di dare un senso al fluire della vita: è questo il significato del mutismo che colpisce Serafino Gubbio, a causa dello shock per aver assistito all'orribile spettacolo dell'uomo sbranato da una tigre mentre continuava a riprendere la scena; è dunque la metafora dell'alienazione dell'artista e della riduzione dell'uomo a macchina.

Sitografia: #1 #2 

martedì 31 marzo 2020

"La scrittura è un dono": spot macchina per scrivere Olivetti (#5)


Si presenta uno spot in animazione che presenta diversi modelli di portatili Olivetti datato 1975.
Tratto dall’Archivio Nazionale del Cinema d'Impresa.



Lo spot è un chiaro esempio di come la "macchina" sia ormai parte del concetto stesso di uomo, tanto da legarsi ad una caratteristica peculiare di quest'ultimo: la scrittura.

venerdì 27 marzo 2020

Il Cavallo di Troia: "Macchina" nella mitologia (#4)

 Riprendiamo dalla locuzione latina “deux ex machina”, usata per indicare il dio che scende sulla terra e risolve la situazione. La frase trae origine dalla tragedia greca (vedi etimologia).
Per estensione, tale espressione è andata ad indicare un evento o un personaggio che, nel corso di una narrazione, ne risolve inaspettatamente gli intrecci, spesso con modalità apparentemente non correlate rispetto alla logica interna della vicenda, al punto di apparire altamente improbabile o come il risultato di un evento fortuito.

Per chiarire ulteriormente la connotazione, riportiamo la traduzione dal termine greco antico μηχανή  [-ῆς, ἡ]
2 [figurato] ogni mezzo industrioso, mezzo di salvezza, rimedio, invenzione, ritrovato, artificio, inganno, raggiro, astuzia, stratagemma.

Quale miglior rappresentazione dell’idea di “inganno”, se non il mito del Cavallo di Troia?
Recentemente inoltre uno studioso ha scritto una teoria, più che fondata, secondo la quale in realtà il "cavallo" non fosse altro che una barca, tradotta erroneamente e poi tramandata nei secoli. 




Sitografia: #1  #2  #3  #4  #5

mercoledì 25 marzo 2020

Binomio moderno: immagine simbolo (#3)


L'immagine è stata realizzata da me, usando Adobe Photoshop e Illustrator partendo dal formato vettoriale di un cervello. Successivamente sono stati aggiunti gli ingranaggi, il contorno, e il colore.

domenica 22 marzo 2020

Mēkhanē: Etimologia (#1bis & #2)

 Lo studio del termine non può che iniziare dalla sua etimologia:


La sua origine la si deve quindi al termine di lingua greca “mēkhanē”.
Qual è il suo significato? Come si legge da Wikipedia, "una mechanè era una sorta di gru usata nel teatro greco, in particolar modo nel V e IV secolo a.C. Composto da bracci di legno e da un sistema di pulegge, questo marchingegno teatrale era usato per sollevare in aria gli attori, simulandone il volo. Era sicuramente in grado di sollevare almeno due persone e trasportarli nel mezzo dell'orchestra, oppure sopra la skené, ossia lo spazio scenico".
Per tal motivo, la mechanè era spesso usata per simulare l'intervento di un dio sulla scena, da cui deriva l'espressione latina Deus ex machina ("Dio dalla macchina"). 
La stessa espressione Deus ex machina offre un perfetto assist per lo step successivo: la presenza del termine nel campo mitologico. 
Sitografia: #1 #2 




mercoledì 18 marzo 2020

Macchina: Definizione del termine (#1)

 Iniziamo questo percorso con lo studio del termine macchina, termine di usi tanto differenti quanto antichi.

màcchina (ant. màchina) s. f. [dal lat. machĭna, che è dal gr. dorico μαχαν, attico μηχαν].

Come si legge dal Dizionario Treccani (vd. sitografia):

1.     In senso storico e antropologico
Qualsiasi dispositivo o apparecchio costruito collegando opportunamente due o più elementi in modo che il moto relativo di questi trasmetta o anche amplifichi la forza umana o animale o forze naturali, e capace di compiere operazioni predeterminate con risparmio di fatica o di tempo. Rispetto agli strumenti più semplici costituisce uno sviluppo in quanto sistema complesso che consente un impiego più razionale della forza e realizza, nell'ambito delle attività umane (caccia, agricoltura, navigazione, produzione di manufatti, ecc.), procedimenti caratterizzati da uniformità, regolarità, ciclicità, i quali riproducono, su scala diversa, modelli costituiti da capacità umane o da eventi naturali, incorporando innumerevoli osservazioni collettive e perfezionamenti tecnici, a loro volta socializzati e (in contesti culturali omogenei) trasmessi grazie alla macchina stessa. In un’accezione più generale e recente, la macchina è un sistema capace di sostituire l’uomo anche in attività esecutive o addirittura organizzative, e di consentire quindi un potenziale risparmio dell’impegno umano in molte attività (con esclusione di quelle innovative e creative): tali nuove caratteristiche, e in partic. la possibilità di un limitato autocontrollo, dipendono dal più complesso rapporto che la macchina può oggi avere con l’ambiente, con il quale è collegata sia in senso recettivo sia in senso attivo da dispositivi di varia natura e funzione (sensori, memorie e attuatori), realizzando i sistemi dell’intelligenza artificiale (v. intelligenza, n. 1 d) e, più specificamente, i robot (v.). 

2.     In senso stretto, in fisica e nella tecnica
Dispositivo capace di trasformare energia (in una delle sue diverse forme: elettrica, termica, cinetica, ecc.) in lavoro, lavoro in energia o lavoro in lavoro; in partic., congegno costituito da organi collegati in modo che determinate forze applicate (forze motrici) compiano lavoro in vista di un determinato scopo, vincendo certe altre forze (forze resistenti). 

3.    Con significato generico
Dispositivo, che incorpora meccanismi più o meno complessi, atto a svolgere una determinata funzione, per lo più indicata dalla qualificazione che accompagna il termine: mper cucire (v. cucire); mcalcolatrice (v. calcolatrice); mfotografica (v. fotografico); mper scrivere (v. scrivere). 


4.     Con significato diffuso soprattutto in passato
Apparato costituito da più parti tra loro connesse, generalmente mobile ma non necessariamente consistente in congegni meccanici. In partic.: a. Nell’uso guerresco antico o medievale, ogni mezzo bellico destinato all’offesa, alla difesa e all’assedio c. Nella tradizione popolare, nome di quelle caratteristiche costruzioni lignee riccamente decorate, a forma di enormi ciborî o di guglie, ornate di statue e di simboli sacri che, secondo un antico uso ancor vivo, si portano processionalmente nelle ricorrenze sacre, in alcune.

5.    Con uso estensivo
il termine indica inoltre sistemi formali di tipo logico suscettibili di essere concretizzati in meccanismi o (oggi più spesso) in circuiti elettrici o elettronici anch’essi detti macchine (o mdi calcolomlogiche, ecc L’uso più astratto del termine ricorre, in cibernetica e in informatica, in varie locuz.: per es., teoria delle m., lo studio delle analogie funzionali tra le macchine (intese come sistemi fisici che manipolano informazioni in modo controllato) e i meccanismi del cervello umano (apprendimento, memoria, soluzione di problemi, ecc.) o, più in generale, i meccanismi biologici e fisiologici caratteristici di tutti gli esseri viventi.

6.    In usi assoluti
Il termine indica comunemente: a. L’automobile: farsi la m., comperarsi l’automobile; b. La locomotiva del treno; c. In marina, l’apparato motore di una nave. d. Nel linguaggio tipografico, le macchine da stampa (in piano o rotative). e. La macchina per scrivere, dattilografata. f. La macchina fotografica o, anche, la cinepresa oppure la telecamera. g. L’elaboratore elettronico. h. In locuzioni partic., con sign. generico, in contrapp. al lavoro fatto a mano. 

7.     Usi figurativi
Costruzione architettonica che abbia carattere di grandiosità e di complessità. b. Complesso di più parti o elementi, in quanto costituiscono un tutto unico sapientemente organizzato e regolato.  c. Nel linguaggio giornalistico, complesso di organismi, poteri, attività, interdipendenti tra loro in un rapporto di forze, o miranti al raggiungimento di un determinato scopo, o collegati per lo svolgimento di determinate funzioni. d. In pittura e scultura (grande figurazione decorativa di carattere scenografico. e. In opere letterarie, l’intreccio degli avvenimenti narrati o rappresentati, soprattutto se complesso e macchinoso. f. Intrigo, maneggio, imbroglio, o altra macchinazione. g. Come termine di similitudine, detto di persona che sembra agire senza idee proprie e una propria volontà, o si muove e opera in modo meccanico, o dice e ripete cose imparate a memoria.

Sitografia: #1




Sintesi finale (#24)

Il percorso di ricerca sugli usi e connotazioni del termine “Macchina” è stato tanto ampio quanto interessante. Il tutto ha avuto inizio d...